Un fascino avvolgeva

la narrazione delle tue storie!

Quell’espressione “cielo e terra”

incantava la mia immaginazione

con quadri visivi di immense distese

di grano penetranti

le linee infinite dell’orizzonte.

E nell’inventarmi

tua compagna di viaggio,

fiutavo e respiravo

sorprese e avventure,

certa che ti avrei raggiunto

nel nostro rifugio di cielo e di terra.

E quella sera,

dove i fari nervosi delle auto

si intrecciavano con le luci dei lampioni,

è risaltato un luccichio di rotaie:

in quella stazione è sostato il tuo treno.

Ti ho ritrovato

nell’unico posto che mi hai riservato

e nel silenzio narrante

è proseguito il nostro viaggio.