Alla caduta delle ultime foglie
mostravano le loro braccia ferite
i rami e i tronchi su cui il vento
si era dapprima accanito.
È sopraggiunto il tempo,
si è aggrappato ai fili di luce,
ha eliminato ramaglie,
nuovi spazi si sono creati
laddove la furia del vento
aveva tutto sconvolto.
Sono riapparsi fragili germogli
da nutrire con linfa zuccherata,
insaporita di gusto mieloso
e da proteggere a mezz’ombra
per impedire al raggio violento
di violarne la crescita.
Nasce così il germoglio di pace,
mentre la cura lo accompagna nel tempo
a costruire piani di vita
proprio dove potrebbero azzuffarsi
le mani di coloro che temono di non saziarsi.